sabato 8 febbraio 2014

UNO,NESSUNO E CENTOMILA

In questo periodo, nel quale in quasi tutti i blog si parla del film "Tutta colpa di Freud", io vorrei uscire dagli schemi e parlare di un libro... di una condizione... di un grande scrittore... di tante cose...
UNO,NESSUNO E CENTOMILA è uno dei romanzi, forse il più famoso a mio avviso, di Luigi Pirandello. Che Pirandello fosse abbastanza complesso e complicato nei suoi racconti non era certo una novità, ma con il protagonista del suo ultimo romanzo si è di gran lunga superato ed ha fatto largamente parlare di se, allora come ora.
Vitangelo Moscarda, così si chiama il protagonista, conduce una vita apparentemente tranquilla, impegnato tra famiglia e lavoro forse non si è mai soffermato a pensare a lungo a ciò che lui è, a ciò che noi tutti siamo sin quando un bel giorno sua moglie gli fa notare la non perfetta simmetria del suo naso. Vitangelo si trova ora d'inanzi ad una crisi d'identità, la cui rivelazione più grande è che la gente che lo circonda, non ha di lui la stessa immagine che lui ha di se stesso.
Il protagonista inizia così una lunga ricerca di se stesso, mettendo in dubbio tutte le sicurezze acquisite fino a quel momento. Decide di lasciare il lavoro, anche a discapito della sua situazione economica, e sua moglie decide di abbandonare il tetto coniugale in quanto infelice di non riuscire più a manovrare il marito a suo piacimento.
Vitangelo andrà incontro alla follia, solo e abbandonato al flusso dei suoi pensieri arriverà alla conclusione che l'unico modo per non finire prigionieri di questa vita non basta semplicemente cambiare vita o nome ma bisogna vivere attimo per attimo e rinascendo di volta in volta.
Il titolo vuole aiutare il lettore a cogliere la giusta chiave di lettura: UNO(lui),NESSUNO(perchè non è niente d'inanzi al mondo) E CENTOMILA(modi nel quale gli altri lo vedono).
Nel tentativo di distruggere i CENTOMILA, viene additato come pazzo da tutti gli altri, troppo retrogradi per capire che forse la vita è diversa da come siamo abituati ad immaginarla.
Cerca di scappare dall'ovvietà di questa vita dopo aver preso coscienza del fatto che gli altri vivono in trappolo e che lui del resto non è del tutto libero. 
Viene giudicato pazzo, perché anche volendo credere alla sua teoria, era è e sarà impossibile far sparire le CENTOMILA immagini che gli altri hanno su di te.
La distruzione del personaggio, dal punto di vista pirandelliano, arriva nel momento in cui questo cerca di distaccarsi dall'universale per assumere una forma un po più individuale ma il problema è che non può esistere in una società solo l'immagine che abbiamo di noi stessi perché l'idea che gli altri hanno di noi sarà sempre e comunque viva e presente ed è per questo che l'io perde la sua individualità e da uno diviene centomila e quindi NESSUNO.
La sua sconfitta nei confronti del suo voler, tramite la follia, evadere da quella società trova riscontro nell'adulterio per il quale pagherà ma che gli permetterà di trovare la cura alle sue angosce. Arrivando alla conclusione di rifiutare ogni identità personale e perfino il suo stesso nome e finendo per identificarsi in ogni cosa.


"Siate sinceri: a voi non è mai passato per il capo di volervi veder vivere. Attendete a vivere per voi, e fate bene, senza darvi pensiero di ciò che intanto possiate essere per gli altri; non già perché dell’altrui giudizio non v’importi nulla, ché anzi ve ne importa moltissimo; ma perché siete nella beata illusione che gli altri, da fuori, vi debbano rappresentare in sé come voi a voi stessi vi rappresentate."

Ora la mia riflessione, quante persone quotidianamente non si riscontrano in quello che gli altri vedono in loro e cercano, pur di essere accettati, di creare maschere dietro le quali nascondersi?
Il mondo virtuale, non è forse una di queste?

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